Rifiuti edili, una risorsa preziosa

Rifiuti edili
Luglio 18, 2017

Ogni anno vengono prodotti in Italia 45 milioni di tonnellate di rifiuti inerti, e cioè gli scarti e le rimanenze di materiali da costruzione o materiali derivanti da demolizioni, costruzioni e scavi. Nonostante si tratti di rifiuti poco o per nulla inquinanti, e nonostante esistano tecnologie che consentono di riciclare tali materiali per reimmetterli nel processo edilizio come inerti (al posto di ghiaia o terra), in Italia solo il 10% dei rifiuti da edilizia viene riciclato, contro il 90% dell’Olanda, l’87% del Belgio, l’86% della Germania. In Italia esiste solo una regione virtuosa, il Veneto, ma quasi tutte le altre hanno dati poco sopra lo zero, o comunque inferiori al 10%.
Eppure bisogna muoversi, perché la direttiva europea 2008/98/Ce impone che il livello di riciclo di rifiuti da edilizia salga in tutti i paesi membri almeno al 70% entro il 2020.
L’Italia ha la possibilità di aprire una nuova pagina nel settore delle costruzioni. Ridurre il prelievo di materiali e l’impatto delle cave nei confronti del paesaggio è una questione importante nel nostro Paese, perché sono tante le ferite gravissime ancora aperte nei territori. Oggi è possibile dare risposta a questi problemi, lo dimostrano i tanti Paesi dove ormai da anni si sta riducendo la quantità di materiali estratti con una forte spinta al riutilizzo di rifiuti aggregati e inerti provenienti dal recupero, oltre che con regole di tutela del paesaggio e gestione delle attività.In Italia esistono circa 2.500 cave da inerti e almeno 15.000 sono abbandonate, di cui oltre la metà sono ex cave di sabbia e ghiaia. Cambiare questa situazione, aprendo un filone di green economy che produce ricerca, innovazione e posti di lavoro, è nell’interesse del sistema delle imprese e dell’ambiente.

Arrivando al 70% di riciclo, come previsto dalla direttiva, si genererebbero oltre 23 milioni di tonnellate di materiali che permetterebbero di chiudere almeno 100 cave di sabbia e ghiaia per un anno.
Abbiamo davvero la possibilità di far crescere una moderna filiera delle costruzioni in cui siano le stesse imprese edili a gestire il processo di demolizione selettiva degli inerti provenienti dalle costruzioni in modo da riciclarli invece che conferirli in discarica. Governo e Regioni devono aiutare questo processo con leggi che obblighino a utilizzare una quota di inerti provenienti dal recupero in tutti gli appalti pubblici.

Fonte: Il Rapporto Recycle di Legambiente

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